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“Occhi di cristallo” di Eros Puglielli (2004)

  • alessandrogasparin1
  • 18 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

Da quando ho aperto questo spazio, la sezione cinema mi ha portato più volte su film visti tempo prima che in termini di ricordi personali non mi avevano lasciato molto. È il caso, trai vari, di “Occhi di cristallo”, lungometraggio diretto dal regista romano Eros Puglielli e uscito in sala nel 2004. Un’opera che rivista a distanza di quasi 15 anni con occhio più maturo, e certamente con maggiore pazienza nel considerare i diversi aspetti che compongono un lavoro cinematografico, ho piacevolmente riscoperto.


Dvd edizione italiana
Dvd edizione italiana

Creatura pressoché canonica nell’ambito del cinema italiano di genere, essendo a metà strada tra thriller, poliziesco e horror, colpisce per la pregevole fattura della fotografia e per la tensione generata da sviluppo della suspence e messa in scena della violenza. Basato sul romanzo “L’impagliatore” di Luca DI Fulvio (Einaudi, 2004), vede protagonista l’ispettore Giacomo Amaldi (Luigi Lo Cascio) impegnato in lotte quotidiane contro molestatori e stupratori di giovani donne, tormentato inoltre da un passato che gli causa reazioni violente. In tale contesto si inseriscono le azioni truculente di un misterioso serial killer, ben presto individuato come “imbalsamatore” di prede animali. Puglielli, alla sua terza prova dopo “Dorme” (1995) e “Tutta la conoscenza del mondo” (2001), dirige un progetto ambizioso e dal sapore europeo, vista la coproduzione italo-ispano-britannica che incide sulla scelta del cast e delle location.


La sensazione generale è quella di un esperimento che funziona, seppur con qualche debolezza. Va dato atto al cineasta di esser riuscito nella missione di mescolare, con equilibrio e mestiere, in un prodotto degli anni zero del XXI secolo tutti gli elementi che rendono efficace un film del brivido. Gli ingredienti tipici del thriller italiano che fu (Argento, Bava, Lenzi, Fulci, Pastore, ecc..) e quelli propri di capolavori internazionali delle decadi ottanta e novanta (su tutti Manhunter e Seven, ma anche la lunga scia di titoli che questi hanno influenzato), rendono “Occhi di cristallo” un oggetto che a livello stilistico può trovare tanto il benestare degli appassionati del genere quanto quello dello spettatore medio meno colto.


Lucia Jimenez e Luigi Lo Cascio in una scena del film
Lucia Jimenez e Luigi Lo Cascio in una scena del film

Venendo alla note stonate, oltre alla forte tendenza al citazionismo nel quale si può facilmente cadere rendendo i vari omaggi, si noti come capacità e perizia tecnica riescano solo in parte a reggere una seconda parte meno coinvolgente rispetto alle fasi iniziale e intermedia. Per di più la soluzione finale, che nonostante chiuda il cerchio egregiamente, potrebbe essere intuita con poca difficoltà dal giallista navigato. Nel complesso, giusto riconoscere all’operazione di Puglielli una valutazione sopra la media anche grazie agli interpreti e al ruolo della colonna sonora di Francesco Gener nei momenti chiave, punti che contribuiscono a rendere la pellicola meritevole del recupero e della visione.




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