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“Angst” (1983) di Gerald Kargl

  • alessandrogasparin1
  • 26 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 apr

In oltre vent’anni di passione per il cinema e di collezionismo ho visionato innumerevoli film “estremi”. Mai ho fatto mistero di amare e apprezzare proprio quei lavori dove il concetto di freno è del tutto assente, e da qui la voglia di scavare nelle filmografie di registi maledetti che hanno mirato a scioccare gli spettatori con dosi massicce di violenza e erotismo. Tuttavia, ho sempre considerato questo estremismo aldilà della mera messa in scena di situazioni disturbanti o malsane. Oltre l’aspetto visivo, mi sono spesso sforzato di leggere tra le righe i messaggi e i pensieri alla base di un’opera libera da compromessi con pubblico e critica.


Edizione francese del Blu-ray (2012)
Edizione francese del Blu-ray (2012)

Di recente ho visto il lungometraggio del 1983 “Angst”, paura in lingua tedesca, diretto dall’austriaco Gerald Kargl, che mi ha portato a fare una riflessione sull’idea di “spontaneità” cinematografica. La trama, qualcosa di abbastanza comune all’interno dei generi thriller e horror, vede protagonista un serial killer affetto da schizofrenia appena rilasciato dal carcere e pronto a dare nuovamente sfogo al suo sadismo. Ciò che tiene alta l’attenzione, e che ritengo sia il grande punto di forza del film, è in particolare l’approccio con cui viene raccontata e immortalata su pellicola la mente del folle. L’insieme di sentimenti, ricordi e pensieri dà vita ad un flusso tanto catartico da rendere naturale, e dunque spontaneo agli occhi di chi vede, il campionario di efferatezze subito dai malcapitati.


Cover della colonna sonora di Klaus Schulze
Cover della colonna sonora di Klaus Schulze

Il magma interiore dell’assassino è senza dubbio corroborato dalla regia dinamica di Kargl, che lascia poco all’immaginazione, ma buona parte del merito va anche al regista polacco Zbigniew Rybczyński che ha firmato sceneggiatura e fotografia. Infine, un forte contributo alla resa finale è dato dall’incalzante colonna sonora del compositore tedesco Klaus Schulze, pioniere dei generi kraut rock e elettronica e fondatore di progetti seminali come Tangerine Dream e Ash Ra Tempel.



Angst resta ad oggi un'autentica pietra miliare del cinema estremo. Mantenendo intatta negli anni la forza delle immagini, viene citato come fonte di ispirazione da registi controversi come Jörg Buttgereit e Gaspar Noé. Quest’ultimo in particolare, lo ha menzionato come il miglior film su un omicida psicopatico che abbia mai visto.




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